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Lost: effetti collaterali

Lost3.jpegQualche tempo fa lessi il commento di un tizio che sosteneva che non guardava Lost perché altrimenti non riusciva a dormire la notte. Certamente non vale per molti, ma devo confessare che anch’io, in svariate occasioni, sono rimasta profondamente turbata dagli episodi più inquietanti. A questo proposito vorrei far notare che il tema da brivido della prima serie (quello ad esempio quando, in una delle ultime puntate, Jack, Kate e gli altri vanno alla Roccia Nera) non è stato riproposto nelle serie successive, ed è un vero peccato: sfruttava una bellissima dissonanza e ti restava nel cuore, come un sinistro presagio, un dubbio dilaniante.
Nonostante manchi questo apporto fondamentale, la serie continua a fare dei momenti angoscianti il suo punto di forza, perciò capita che dopo aver visto una puntata, la notte io mi svegli a causa di un incubo molto “lostiano” e che non riesca facilmente a riprendere sonno…
L’ultimo in ordine di tempo mi ha sorpreso questa notte: un gruppo di persone tenute prigioniere in un’enorme edificio, naturalmente isolato dal resto del mondo, forse in montagna, ma in un posto asettico, bianco, come privo di vita e di speranza… In ogni momento l’angoscia del pericolo di morte, l’ansia di fuggire, gli occhi di qualche controllore addosso, la ricerca disperata di una via di fuga, un cancello da scavalcare, qualche brandello di notizia che arriva dall’”esterno”, il terrore di essere sorpresi…
A un certo punto, non ricordo tutti i particolari del sogno, mi sono svegliata un po’ agitata, e mentre cercavo di riaddormentarmi, ho avvertito una leggerissima scossa di terremoto: cercavo di capire se l’avessi sognata, ma ero perfettamente sveglia. Realtà o suggestione?
Lost: quarta puntata della terza stagione.

2 Responses to “Lost: effetti collaterali”

  1. Zizio Says:

    Sto quasi per cedere alla curiosità e guardarmi la prima serie … :D

  2. Mia Says:

    @ Zizio: ma come, ancora coi dubbi? Corri a scaricarla!

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