Looking glass
Navigate/Search

Archive for the 'Donne' Category

La febbre da matrimonio

Giovedì, Ottobre 26th, 2006

damiani.jpg

Uno dei segni dell’inesorabile scorrere del tempo, che ti fa capire che la prima fase della gioventù si è ormai conclusa, è che quando ti siedi al tavolino di un bar per un caffè con le amiche, al posto delle solite chiacchiere che ti erano familiari su vacanze, amori non ricambiati e crisi esistenziali infantili, cominciano a farsi largo tutta una serie di discorsi che ruotano intorno ad anelli, progetti di matrimonio, case (e mutui)… Cose da adulti. Cose da trentenni.
Così, quando con distacco guardavi la coinquilina dell’università (naturalmente più grande), che girava esaurita con una galletta di riso in bocca, sua unica fonte di nutrimento oltre all’insalata, e ripeteva continuamente: "Matrimonio, matrimonio, tutte si sposano, perché loro sì e io no, matrimonio, mi voglio sposare, uomo, matrimonio…" e giustamente ti sentivi sollevata e la guardavi con un certo senso di perfida pietà, ebbene, quando la guardavi non pensavi che sarebbe arrivato così presto il momento in cui anelli e matrimoni avrebbero toccato le corde della tua esistenza (anche se naturalmente tu, che agli uomini puoi dire di no, non arrivi certo alla demenza).
Accade di punto in bianco che le vetrine delle gioiellerie diventano improvvisamente irresistibili; che una storia senza orizzonti sembri senza senso, che non vuoi più vivere da sola, che puoi essere preda anche tu, senza quasi accorgertene, della frenesia di sposarti! Frenesia, badate bene, del tutto irrazionale e indipendente dal fatto di avere o non avere un uomo, che sia o no quello giusto eccetera. E’ il fascino improvviso che esercitano su di te questi antichi riti d’unione tra coppie, un punto di vista più romantico del prosaico "metter su casa", espressione che fa venire la pelle d’oca, chissà perché!

Be’, neanche gli uomini, checché se ne dica, sono del tutto immuni da questo morbo. L’anno scorso ricevetti una proposta di matrimonio da un pazzo in preda alla mania di sposarsi che non aveva nemmeno avuto il coraggio di dichiararsi apertamente (figuriamoci di baciarmi, macchè) e che per farlo stilò un preventivo delle nostre nozze su un tovagliolino di carta del locale dove eravamo, chiedondomi alla fine di firmarlo: io me ne sono guardata bene! E’ questa è la cosa più simile a una proposta di matrimonio che io abbia mai ricevuto! :-)

Ma questa proposta, così vagheggiata dalle donne e in uso in tutti i copioni cinematografici, esiste davvero? E l’anello di fidanzamento viene davvero regalato in questa circostanza?
L’esperienza diretta è che tutti quelli che conosco hanno deciso di sposarsi di comune accordo, senza che ci sia stata una "formale" e romantica proposta, e che un anello non sia necessariamente regalato con tempestività, ma anche dopo il matrimonio… Perciò sono curiosa: chi di voi ha mai ricevuto una seria proposta di matrimonio? E invece un anello?
O pensate che la proposta sia ormai desueta? (Chi detesta l’idea stessa del matrimonio, ovviamente non è chiamato in causa…)

Infine, consiglio per gli uomini: quello nella foto è un anello Damiani di sbalorditiva bellezza. Se volete abbagliare e ridurre in schiavitù la vostra ragazza, usatelo (e poi datemi il merito: possono contattarmi sul blog per omaggi e ringraziamenti!) :-)

La vergine e la puttana

Venerdì, Settembre 22nd, 2006

Nel mio paese resiste ancora un manipolo di donne assai poco emancipate che pensano di gloriarsi della propria illibatezza, o presunta tale, e di usarla come merito per erigersi, una volta tanto, al di sopra degli altri. Che definiscono puttane tutte le proprie amiche appena voltano le spalle, solo per giustificare agli occhi degli altri il fatto che la sera non ci sono uomini che ti vengono a cercare. O che invece ne fanno di tutti i colori, ma lo stesso fingono, con aria da santarelline ingenue ("pisello??? e cos’è?????"), scandalo e disgusto per ciò in cui si perdono le povere depravate che vivono intorno a loro.
Ce ne sono tantissime. E poi magari quando ti vedono fanno mille sorrisi e lasciano intendere che ti approvano, che è bello e giusto avere un ragazzo e magari farci l’amore. Ma loro no (a parole), loro sono serie e devono mantenersi illibate per il matrimonio. Qui non contemplo il caso di ragazze autenticamente religiose che senza essere delle bacchettone o condannare le scelte degli altri, decidono volontariamente, e non per sbandierarlo ai quattro venti, che vogliono aspettare fino al matrimonio prima di fare sesso con un uomo.
Purtroppo sono molto poche: tutte le altre sono figlie di una mentalità atavica che resiste nei decenni ai cambiamenti che pure avvengono nel resto del mondo.
Roba da medioevo, penserete voi, eppure è così. Vantarsi della propria verginità non è una cosa rara, e disprezzare chiunque invece abbia una condotta "sospetta" lo è altrettanto. Questa morale da casalinghe, da tristi donnette incapaci di occupare un ruolo nell’epoca moderna che non sia più rilevante di quello della carta da parati, è una cosa che irrita, e irrita ancora di più chi vorrebbe vivere in un posto - se da qualche parte esiste - dove vantarsi della propria serietà morale e ipocrita in campo sessuale (sono sempre quelle che non possono ma vorrebbero tanto) possa suscitare al più una grassa, gigantesca risata.

Occhio all’etichetta

Mercoledì, Settembre 13th, 2006

Ieri sono uscita e ho comprato un paio di slip nuovi da Intimissimi. Non c’era granché da scegliere, purtroppo non c’è niente quasi niente che sia sexy e solo occasionalmente (e coi saldi) si fa qualche buon affare.
Non c’è niente da fare, se volete essere non solo carine, ma letteralmente far saltare dal letto un uomo e volete farlo senza fare altro che mostrare un nuovo completino intimo, allora non potete proprio risparmiare (e su altri modi per farlo saltare dal letto, per carità, ciascuna si sbizzarrisca come vuole). Ma volete mettere un completino di Armani, Cavalli, D&G, La Perla?

"Avete una conottiera di pizzo?"
No, hanno solo canottierone della nonna, o roba dalla forma strana e dal tessuto spiacevole.

"Ma perché il fondo del reggiseno è panna se quello degli slip è bianco?"
Sì, è vero, sono diversi ma dev’essere per forza così, dice la commessa, e poi non si nota. No?

No, non mi faccio convincere, del resto questi reggiseni ti danno un’aria da adolescente acerba, ed è talmente lontano quest’effetto da quello che voglio ottenere che c’è poco da stare a pensare: bocciato in circa tre/quattro secondi. Prendo solo gli slip e me ne vado, e non mi lascia la (spiacevole) sensazione di averli pagati anche troppo per quello che valgono.

E non sbaglio: il pizzo sui fianchi prude, il resto del tessuto è fastidioso… Un record. Poi sfoglio il catalogo e le vedo, in bella mostra su una modella con pochi fianchi. Slip in seta, euro 12,90. In seta? Non ci credo neanche per un secondo. Do un’occhiata all’etichetta ed ecco l’inevitabile verità: 89% poliammide, il resto elastane. Alla faccia dell’onestà.

Vintage, che passione!

Venerdì, Settembre 8th, 2006

Da quando la moda ha fatto il suo ingresso in società, poche donne riescono a non essere soggiogate dai suoi dictat. E oggi, per essere très chic, non ci sono santi, bisogna indossare qualcosa di vintage. Lo dicono tutte le riviste di moda, e ormai qualsiasi donna che abbia velleità modaiole è corsa a saccheggiare il guardaroba della mamma o peggio, della nonna, alla ricerca di vecchie borse, vestitini anni ‘70, ma anche anni ‘50, cappelli riesumati… A Londra e New York, capitali del buon gusto, modelle piene di soldi e figlie di stilisti spulciano tra le bancarelle per comprare irresistibili scarpe a cinquanta centesimi, giacche retrò e vecchie maglie dalla forma alquanto strana.

Per quanto certi capi siano, secondo il mio gusto, a dir poco abominevoli (guardate qua o qua), non posso resistere al fascino di questo richiamo alla modernità fatto di pezzi del passato, per cui divento febbricitante all’idea di avere una giacca di velluto in stile antico, o un vestitino che ho visto da Max&Co, tutto colorato a righine, una cosa da urlo. Già me lo vedo addosso con degli stivaloni di meravigliosa pelle invecchiata… Anche se sarebbe un falso :-)
Per me è impossibile andare a comprare roba antica autentica, per due valide ragioni:
1) Non ci sono bancarelle vintage da queste parti, e le cose vecchie che vendono fanno accapponare la pelle;
2) Ma voi le mettereste delle scarpe che hanno cinquant’anni di vita? Se fossero davvero splendide, quelle di lusso dell’epoca e ottimamente conservate (come questo vestito di Ungaro)…

Il punto infatti è questo: letteralmente vintage vuol dire d’annata, e si riferisce a cose di epoca precedente ma di eccellente, impareggiabile qualità, tale da essere di gran lunga superiore a quella della stessa cosa fabbricata in epoca contemporanea. Come fanno cose d’annata di grande qualità, allora, a costare pochi centesimi? È qui che i conti non mi tornano.
Ma le imitazioni moderne le compro lo stesso :-)

Prima del viaggio

Venerdì, Luglio 14th, 2006

E così, eccoci! Domani si parte per Montecampione (Br), quota 1200 metri.

La cosa entusiasmante o drammatica, a seconda di come ti prende, è l’attesa della partenza, i preparativi, tutte le cose che bisogna decidere e stabilire prima di mettersi finalmente in viaggio. Ora, Giovy, in qualità di uomo, ha dichiarato che potrebbe preparare tutto l’occorrente in meno di mezz’ora e ostenta una snervante rilassatezza. Io, invece, sono giorni che comincio a pensare a cosa portare e credo di aver stabilito che una vacanza in montagna, per una donna, comporta il più arduo bagaglio possibile.
Infatti c’è bisogno di qualcosa di veramente pesante per la sera (potrebbe nevicare! è capitato), due pigiami di diverso peso, perché se ho freddo la notte è finita, non dormo più, scarpe da sera, scarpe da passeggiata, scarpe da trekking, ciabatte per la piscina, magliette e maglie di diversi colori, peso. Una donna non può prendere a caso delle magliette perché potrebbero non abbinarsi coi pantaloni e le gonne, quindi bisogna che tutto sia armonicamente predisposto con calma e metodo scientifico (l’unica volta che mi sono ribellata a questo sano principio mi sono ritrovata in valigia un mucchio di cose inutili che non potevo mettere).

Be’, per chi non ama organizzare questa fase non è il massimo, ma la vera goduria consiste nello shopping pre-partenza. Una donna troverà sempre qualcosa di indispensabile che le occorre e senza la quale non può partire, così esce col pretesto di prendere una conottiera nuova, tanto per dirne una, ed ecco che viene travolta da un’ondata di entusiasmo e comincia a spendere… e spende e spande finché non si finiscono tutti i soldi che ha in tasca, nel bancomat e nelle carte di credito. E che gioia spendere!
A dire il vero non sono una fanatica dello shopping, ma proprio perché lo faccio di rado mi diverto un mondo perché le cose che servono si accumulano e allora entri ed esci con tante buste dai negozi, e questa cosa bizzarra di comprare, che riservi ad occasioni speciali, diventa una vera festa…

Dopo gli acquisti si ritorna al trolley, e al modo di come far entrare tutta la roba dentro. Mancano i libri da leggere, i cd col lettore (io non ho l’iPod!) e tutte le cose che gli uomini si prendono il lusso di ignorare: trucchi, collane, almeno una borsa (visto che c’è una serata a Verona), creme per il viso, crema per il corpo eccetera eccetera.

Oppure un’alternativa. La valigia ridotta all’osso con solo lo spazzolino da denti, un libro e un ricambio. Sono capace di entrambe le ipotesi, ma forse la più bella di tutte, l’unica che non ho mai attuato è partire all’improvviso senza una meta, con una ricca carta di credito, e comprare lo spazzolino nel primo autogrill. :-)

La Spagna all’avanguardia

Martedì, Maggio 2nd, 2006

Questo pomeriggio sto pagando caro il fatto di aver pranzato con un po’ di grasso salame poiché nulla di caldo e pronto era disponibile a casa: sbadigli a ripetizione e assoluta incapacità di concentrazione su argomentini facili facili come sentenze della Corte di Cassazione, questioni di legittimità costituzionale, dottrina trbutaria eccetera. Le pagine sembrano muoversi da sole, la testa pare girare ma non gira, mi sento proprio, come si suol dire, nel pallone.

Perciò, per tirarmi su, sono andata a dare un’occhiata alle notizie bizzarre e spesso a sfondo sessuale che i redattori fanno sempre in modo si trovino sui quotidiani. Così ecco la perla del giorno: una ex prostituta, a quanto pare abile imprenditrice, aprirà a Valencia la prima (lo dicono loro) casa d’appuntamenti per sole donne. I commenti sono divisi tra gli entusiasti per il pionerismo, e quelli che invece ritengono che la cosa non sia proponibile perché le donne non sono abituate a considerare l’uomo un oggetto. Nessun accenno al fatto che la prostituzione, maschile quanto femminile, possa essere intesa come qualcosa che svilisce sia chi la cerca che chi la fa. Probabilmente non è come penso io. Probabilmente l’immagine della donna costretta a vendersi contro la sua volontà è solo un aspetto del fenomeno e lascia spazio ormai ad una fetta sempre più ampia di consapevoli e disinvolte prostitute/gigolò che non sono minimamente costrette a fare quello che fanno, ma che per avere tanti soldi senza troppa fatica sono tranquillamente disposte/i ad intraprendere questa strada.

Ora io mi chiedo (e chiedo a voi): se l’idea di pagare un uomo perché venga a letto con te è percepita come normale e non scandalosa, se il sesso a pagamento è un servizio come tutti gli altri, non potrebbe succedere che il sesso, sbattuto sempre e comunque in prima pagina, chiacchierato, ostentato, disponibile, facile, diventi prima o poi una pratica sempre meno eccitante, sempre più lontana dall’essere misteriosa e irresistibile?

What women want

Mercoledì, Gennaio 18th, 2006

Sulle incomprensioni tra uomo e donna ci sarebbe da scrivere un’opera monumentale quanto un’enciclopedia. Lo scopo di questo post, al quale presumo seguiranno altri, è quello (altamente munifico, ammetterete) di gettare luce su alcune misteriose esigenze delle donne.

Praticamente tutti gli uomini che ho conosciuto si sono lamentati di aver avuto donne diverse che lamentavano (nella stessa persona) eccessiva dolcezza, brutalità, insensibilità eccetera. Ora, pur restando una sacrosanta verità che ciò che vuole una donna è estremamente mutevole e dipende ovviamente dall’indole della stessa, ci sono alcuni comportamenti che dovrebbero essere universalmente graditi.

1. Prima di fare l’amore, evitare di essere eccessivamente romantici: quello è il momento in cui dovete chiedervi cosa farebbe Antonio Banderas (nei film) e non starvene lì a fare i teneroni;

2. Dopo aver fatto l’amore, invece, siate pure teneri e romantici: anche la donna più disturbata apprezza infintamente le coccole in un momento del genere. Assolutamente evitare di andar via furiosamente e se proprio dovete, mai senza prima averla baciata e abbracciata con grande trasporto.

3. Siate fermi e risoluti nella vita quotidiana, mai mostrare troppe indecisioni su cosa fare, dove andare, in che modo affrontare una cosa: la sicurezza è ciò che cercano tutte le donne al mondo (insieme, certo, a un milione di altre cose).

4. Abbiate la furbizia di capire quando la vostra donna mente: in genere più si ostina caparbiamente a dire che non vuole una cosa, più significa che la vuole. Qui entra in gioco quel minimo di conoscenza che è indispensabile per indovinare qual è la cosa giusta da fare in simili circostanze. Ad esempio: “Non voglio uscire con Pincopallino”, non va interpretato al contrario.

Le frasi tipiche invece sono quelle che riguardano qualcosa che l’uomo dovrebbe o potrebbe fare. Esempio:

“Non voglio che mi accompagni a comprare le scarpe. Posso fare da sola” = accompagnatela.

“Non c’è bisogno che facciamo questa cosa stupenda oggi, visto che sei stanco” = fatela.

5. Fare attenzione alle aggressioni verbali. Se sapete che vi ama e comincia ad aggredirvi senza motivo, vuole essere abbracciata (contro ogni logica apparente). Se si arrabbia e vi dice perché, statela a sentire e ribattette con polso, ma senza esagerare nell’avere ragione. Se si arrabbia e non vuole dirvi il perché, abbiate la pazienza di chiederlo almeno 4 volte (be’, potete arrivare a 7 o 8, dopo io me ne andrei, sempre mostrando apertura al dialogo e non rabbia. E’ una mossa che fa sempre effetto e sarà lei poi a chiamarvi).

Bye ;-)

Perle di saggezza

Venerdì, Gennaio 13th, 2006

Non bisogna mai cercare di capire una donna. Le donne sono delle immagini; gli uomini sono dei problemi. Se vuoi sapere che cosa una donna veramente intenda (il che comunque è sempre pericoloso) guardala, non ascoltarla. (Oscar Wilde)