Vacanze romane
Giovedì, Dicembre 14th, 2006Non può esistere sulla terra una città più bella di Roma, una città che io possa amare di più, con quei suoi poetici stucchi, gli intonaci rossi e gialli, le cancellate di ferro battuto, le strade che si piegano in curve, si perdono nei cortili, in deliziose piazzette, che salgono e scendono sui sette colli, coccolate da giganteschi alberi fronzuti, accompagnate dalle mura antiche, dalle statue, dalle fontane, da pezzi di storia che troneggiano ovunque con una tale maestosa bellezza da riempirti gli occhi e il cuore per sempre.
Ma queste vacanze non sono state speciali solo perché eravamo a Roma, anzi, sono state un po’ come vacanze da telefilm, quando si riunisce un gruppo di amici e si crea quella speciale patina di complicità che accompagna anche il gesto più insignificante, situazione certo aiutata certo dal fatto di avere un bella casa tutta per noi, senza che i genitori di qualcuno apparissero a spezzare l’atmosfera, né telegiornali, nulla, insomma, che fosse disgustosamente reale… Una vacanza dove puoi alzarti all’ora che ti pare, chiacchierare fino a notte inoltrata daventi a un bicchierino di ricercato e imbevibile rhum (imbevibile solo per me, ovvio), dove nessuno si droga o precipita in un burrone o si perde o scopre tremende e inconfessabili verità (e qui ci discostiamo dal telefilm classico): gli unici eventi drammatici sono stati la ricerca di qualche parcheggio, ossia di tutti quelli che non erano sotto casa di Federico, e il trincaggio di ben due dita di crema al whisky sabato sera da parte della sottoscritta, con conseguenti inevitabili dichiarazioni cariche di tensione euforica.
Ma che dire del dramma della pioggia torrenziale che ci ha sorpresi mentre ci recavamo, venerdì sera, alla ormai famigerata e riuscitissima cena blogger! Giovy e Federico sono andati avanti mentre io e Tiziana ci adoperavamo per comprare due ombrelli: tra la percezione delle prime gocce d’acqua e l’acquisto, con tanto di scelta del colore e contrattazione del prezzo, saranno passati 15 secondi in tutto. Che volete farci: le donne sanno spendere in fretta.
Poi si è consumata la cena blogger, nei pressi di Castel Sant’Angelo (per cui noi ci siamo goduti uno scenario proprio come quello della foto, che ho preso in prestito a SimonLuqa80 su Flickr): cibo a parte, ci siamo divertiti un sacco, specie con battute del tipo: "E così sei tu PalladiFuoco! Ma pensa…", e avevamo tutti il nostro badge identificativo, così dagli altri tavoli avranno pensato che eravamo importanti giornalisti o chissà cosa… La parte più stupefacente è stata quando Giovy ha cominciato a ricoprirci di regali: io ho avuto carciofini sott’olio della Compagnia del Cavatappi e un libro di Luca Conti: "I love shopping su Internet" (che è davvero bello e utile: Luca, complimenti!), ma niente maglietta di Fon: Giovy temeva che l’avrei messa e che le mie femminili forme sarebbero svanite sotto l’enormità di una "medium" a discapito della sua visuale. C’era anche un fotografo ufficiale, Samuele, perciò potete vedere online le sue foto.
Il soggiorno si è purtroppo concluso domenica pomeriggio, quando siamo tornati a casa sotto una pioggia torrenziale con l’immancabile malinconia in bocca. Il viaggio di ritorno è un momento in cui hai ben chiaro se è se hai passato o no dei giorni di fatale armonia col resto del gruppo: se è così, eviti di parlare e resti a contemplare in silenzio il passato ancora così vivo, mentre la macchina ti riporta indietro. Ed è proprio quello che ho fatto io.