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Archive for the 'Tv' Category

Desperate housewives

Giovedì, Febbraio 1st, 2007

 

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Le avventure delle popolari "casalinghe" di Desperate Housewives sono ormai note a tutti.
Una serie tv dove le donne, protagoniste e alleate, si muovono sullo sfondo di una vita provinciale apparentemente felice e piacevole, ma che nasconde sordidi misteri.

Il titolo, "Casalinghe disperate", già evoca non solo le difficoltà che le protagoniste devono ciclicamente affrontare, ma un senso di tensione nevrotica e di eccessi che pervade i loro stessi comportamenti. Un po’ alla Almodovar, sono donne sull’orlo continuo di una crisi di nervi che sopravvivono un po’ grazie alla complicità che le unisce, un po’ per sfrenata determinazione.
La serie deve inffatti il suo successo (a mio parere) non solo al moderno e condiviso concetto che le donne devono cavarsela da sole, che certo già in partenza trova larghi consensi, ma soprattutto grazie al tumultuoso avvicendarsi di meschinità piccole e grandi, azzeccando una felice miscela tra giallo, avventura, soap e pettegolezzo. Caustica, irriverente come una famiglia Addams di ultima generazione, senza scrupoli e molto morbosa. A Wisteria Lane le amicizie restano superficiali, le azioni esasperate e rese avvincenti a qualsiasi costo.

Le puntate infatti scorrono via veloci, senza pause, se non quelle fisiologiche di fine puntata in cui la voce narrante della vicina di casa, suicidatasi all’inizio della serie, contempla e commenta dall’alto quelle bizzarre pedine di Wisteria Lane, spesso sole e intente a commiserarsi, disperate ma mai pentite. Così accade che in una puntata e mezzo (spoiler ultima puntata andata in onda su RaiDue fino a fine paragrafo): Gabrielle riesca a trovare l’utero in affitto che desiderava, innescando una guerra in casa per il suo predominio nei confronti della cameriera (che si ammanta di finta ingenuità), che un detective scopra una relazione di Susan e che per questo la sua casa venga data tranquillamente alle fiamme dalla spietata Edie, che il figlio di Bree faccia in modo di andare a letto con l’uomo della madre e di farsi sorprendere, che lei poi lo abbandoni in mezzo a una strada e che ancora l’altra sua figlia scappi via di casa con un uomo dalla dubbia moralità, che una madre abbia quasi avvelenato il figlio ritardato, che Paul venga arrestato in seguito a una trappola a base di sangue e che infine Lynette scopra che il marito la tradisce alla grande con una misteriosa donna di Atlantic City e abbandoni la casa…

Si perde il fiato. Si resta afferrati da una tensione costante, da un sentore sinistro di pericolo che per me è addirittura eccessivo. L’idea è quella che non ci si ferma davanti a niente, che, per tutti, il fine giustica i mezzi. Non c’è spazio per la moralità e questo da un lato è gran bene (dall’altro, la leggerezza con cui certe azioni vengono fatte segue il tono da commedia della serie).
Il mio personaggio preferito è paradossalmente Gabrielle (e dico paradossalmente perchè è quella con cui potrei identificarmi meno), spregiudicata e viziata, che agisce solo per il proprio interesse personale, una donna quasi… inutile. Ma che appunto per questo non rischia di travolgerti in traumi nervosi come Bree, o nel fango della vita troppo domestica o troppo in carriera di Lynette, né nella maldestra e un po’ patetica dipendenza dagli uomini di Susan.

Il pericolo di una sceneggiatura tanto esagitata è: quando crollerà? Si legge in giro che dopo tanto successo e una pioggia di nomination ai Golden Globe e agli Emmy, la serie abbia perso gran parte del suo affezionato pubblico, tanto che addirittura Misha Barton, abbandonando The O.C., dovrebbe intervenire per salvare capra e cavoli. Intanto, non si corre certo il rischio di annoiarsi…

Film Tv chiude?

Domenica, Gennaio 14th, 2007

Stento a crederlo: ho comprato l’ultimo numero di FilmTv, quasi per caso, perché è da parecchio che non riesco a seguire il cinema come un tempo e non ho nemmeno il tempo di leggerlo, e al posto del solito editoriale di Emanuela Martini, ho trovato una serie di lettere inviate dai lettori, piene di dolore per la probabile chiusura del giornale a causa della mancanza di soldi.

Resto annichilita. Sopraffatta dallo stupore.

Anch’io faccio parte di tutti gli affezionati lettori che hanno comprato, tanti anni fa (facevo il liceo), il primo numero, prezzo lancio 500 lire. Mi è subito piaciuto moltissimo: un settimanale che parla di cinema, con in più i programmi della tv e tutte le recensioni sui film in programma. Impossibile non farsi una cultura, impossibile non amare quella semplice carrellata di schede che con un colpo d’occhio ti permettavano di scegliere e scovare i film che davvero valeva la pena vedere, impossibile non appassionarsi insieme a critici che lavorano col cuore e non solo perché devono.
Il giornale è cresciuto, non ha assolutamente rivali in Italia, nemmeno un equivalente che gli si avvicini (Ciack ha sempre lasciato parecchio a desiderare secondo me), eppure è in crisi. La redazione è dimezzata e forse quello che ho coprato è l’ultimo numero che riusciranno a pubblicare quest’anno.

Non ho parole. Non so come farei senza Film-Tv, per me è un punto di riferimento irrinunciabile. Basta andare sul sito e vedere, per esempio, "I quattrocento colpi": tutti i voti dei critici sui film in uscita, per avere un quadro veloce ed eterogeneo al massimo sui film al cinema appena usciti fino a quelli di mesi fa. Non potrei fidarmi di nessun altro. Ho bisogno di Film Tv!
E tutto quello che possiamo fare mentre una cosa di valore annaspa in alto mare è scrivere, mandare e-mail, implorare che non chiuda.

Lost: effetti collaterali

Martedì, Ottobre 31st, 2006

Lost3.jpegQualche tempo fa lessi il commento di un tizio che sosteneva che non guardava Lost perché altrimenti non riusciva a dormire la notte. Certamente non vale per molti, ma devo confessare che anch’io, in svariate occasioni, sono rimasta profondamente turbata dagli episodi più inquietanti. A questo proposito vorrei far notare che il tema da brivido della prima serie (quello ad esempio quando, in una delle ultime puntate, Jack, Kate e gli altri vanno alla Roccia Nera) non è stato riproposto nelle serie successive, ed è un vero peccato: sfruttava una bellissima dissonanza e ti restava nel cuore, come un sinistro presagio, un dubbio dilaniante.
Nonostante manchi questo apporto fondamentale, la serie continua a fare dei momenti angoscianti il suo punto di forza, perciò capita che dopo aver visto una puntata, la notte io mi svegli a causa di un incubo molto “lostiano” e che non riesca facilmente a riprendere sonno…
L’ultimo in ordine di tempo mi ha sorpreso questa notte: un gruppo di persone tenute prigioniere in un’enorme edificio, naturalmente isolato dal resto del mondo, forse in montagna, ma in un posto asettico, bianco, come privo di vita e di speranza… In ogni momento l’angoscia del pericolo di morte, l’ansia di fuggire, gli occhi di qualche controllore addosso, la ricerca disperata di una via di fuga, un cancello da scavalcare, qualche brandello di notizia che arriva dall’”esterno”, il terrore di essere sorpresi…
A un certo punto, non ricordo tutti i particolari del sogno, mi sono svegliata un po’ agitata, e mentre cercavo di riaddormentarmi, ho avvertito una leggerissima scossa di terremoto: cercavo di capire se l’avessi sognata, ma ero perfettamente sveglia. Realtà o suggestione?
Lost: quarta puntata della terza stagione.

Cinema in casa

Sabato, Giugno 17th, 2006

Lo so che finalmente è arrivato il caldo, stiamo tutti preparando i costumi per poter approfittare della prima occasione utile per poter fare un bel bagno al mare e l’ultima cosa che vi verrebbe in mente è di stare a casa davanti la tv a guardare vecchi (e meno vecchi) film… Ma ci sono davvero un mucchio di titoli appetitosi, specie per chi ha l’abbonamento a Sky, che si preparano per i prossimi giorni!

La mia selezione personale (con alcuni titoli da batticuore, indovinate quali…):

domenica 18 giugno:

A qualcuno piace caldo di Billy Wilder, un grande classico della commedia con la divina Marilyn Monroe, Jack Lemmon e Tony Curtis (Studio Universal, ore 9:20 del mattino); qui le battute memorabili del film (in inglese).
Lo squalo di Steven Spielberg, così abusato che forse non ce lo ricordiamo più, su Studio Universal alle 21:00 
Tutto su mia madre di Pedro Almodovar, una colorata commedia che vi metterà di buon umore, su Rai Due alle 22:45.

lunedì 19 giugnoViale del tramonto di Billy Wilder. Una colonna portante del cinema, un film immenso… Su Studio Universal alle 21:05.

martedì 20 giugno: Parla con lei di Pedro Almodovar. Drammatico, intenso. Su Rai Due alle 21:00.

mercoledì 21 giugno: Natural Born Killers di Oliver Stone, un thriller spara-spara pieno d’adrenalina con l’affascinante Juliette Lewis su Rai Uno alle 2:55.

giovedì 22 giugno: L’investigatore Marlowe di Paul Bogart (noir), un film che non ho visto e m’incuriosisce. Su Sky Cinema Classics alle 21:00.

venerdì 23 giugno: Victor Victoria di Blake Edwards, una commedia travolgente ed esilarante… su Sky Cinema Classics alle 18:30. Ma anche Million dollar baby di Clint Eastwood, drammatico mozzafiato da vedere con la consapevolezza che poi vi servirà almeno un quarto d’ora per riprendervi. Su Sky Cinema Autore alle 23:40.

Buon cinema a tutti ;-)

Gilmore girls

Giovedì, Maggio 4th, 2006

Gilmore girls.jpg Lo devo proprio dire, questa serie tv è bella, è la migliore che abbia mai visto (anche se “visto” è un parolone… Putroppo ho perso un mucchio di puntate, sicuramente più della metà).

In Italia è “Una mamma per amica” e francamente quando mi ci sono imbattuta la prima volta, così, su due piedi, come telefilm l’ho trovato quantomeno logorroico. Dopo anni mi è capitato di finire davanti a un’altra puntata, mi ci sono soffermata di più e cominciato ad essere deliziata da questo trittico impareggiabile, mamme e figlie, tre generazioni di donne a confronto: Emily, Lorelai e Rory.

“Gilmore girls” non è mai banale, anche se racconta di piccole cose che accadono tutti i giorni. Non cerca lo scalpore a tutti i costi, non c’è quel riciclarsi continuo tipico delle serie tv, dove tutti si innamorano di tutti, dove gli intrecci si basano sul sensazionalismo, sui classici “colpi di scena”. Qui, a Stars Hollow, è la vita “normale” a farla da padrona, qui si litiga coi genitori, ci si offende, si lavora, si studia, si fanno compere, si mangia cibo cinese e le protagoniste sbagliano come tutti, soffrono di tutte quelle insicurezze che fanno parte dei tempi moderni, cercano affetto e sicurezze ma anche il coraggio di andare avanti. Non c’è nulla di scintillante in queste vicende, non ci sono notti indimenticabili, non c’è quel gusto per la trasgressione con cui si vuole spesso incantare il pubblico a tutti i costi.
Questo deve essere proprio il punto di forza della serie. Arrivata alla quinta stagione, ha la freschezza di una serie appena sfornata, cosa credo più unica che rara. Un plauso enorme agli sceneggiatori: i dialoghi sono un autentico godimento e l’ironia profusa riesce a strapparti un caldo sorriso qualsiasi cosa ti sia capitata nella giornata.

Be’, considerate le enormi lacune e il grado di affezionamento che sto sviluppando (vedendo ogni tanto le puntate in onda su Italia 1 il pomeriggio alle 15), potrei anche impazzire e decidere di comprare i dvd in vendita :-)

Ancora Grande Fratello!

Sabato, Gennaio 21st, 2006

Sarà pure incredibile, ma io sono veramente allibita, sconcertata, stupita da stupore infantile nel vedere quanto la gente s’interessi, sia pure in modi diversi, a uno dei programmi più noiosi che sia mai stato partorito dal genere umano: il grande fratello.

A dire il vero non è che io abbia mai avuto una reale percezione di questo interesse, poiché ne sono così estranea (e accendo la tv così di rado) che neanche me ne accorgo, ma oggi notavo che i commenti al post di Giovy sull’argomento sono lievitati… tutti hanno qualcosa da dire in materia! E visto che nel bene o nel male, l’importante è che se ne parli, devo fare i miei complimenti a chi ancora scommette denaro per fare denaro confidando nel morboso interesse della gente per i fatti degli altri. Che sia una forma di meta-vita? Un bisogno patologico di osservare la vita altrui piuttosto che vivere la propria? I sociologi e gli antropologi hanno pane per i loro denti. La televisione di oggi non fa altro che fare leva sugli istinti più bassi della popolazione, con successo.

Io però resto meravigliata, perché pur appartenendo a questo secolo e soffrendo come tutti, a volte, del bisogno di evadere dalla realtà, di sottrarmi al male del mondo, non trovo il minimo conforto nell’annegare la mente davanti a pseudo-personaggi che però non creano una storia, ma si limitano a scorreggiare, insultare, sparlare e dire idiozie. C’è chi cercava di nobilitare il programma parlando di esperimento psicologico spacciandolo per cultura… Mio dio. E’ come una soap, è finto, solo che tutti pensano invece che sia vero. E pare che che sia così interessante stabilire chi è bella, chi no, chi è simpatica, chi sta là ma non se lo merita e via discorrendo. E io continuo a restare incredula.

La cosa di cui più m’importa però, è che potevano dare un altro nome a questo stupido format: distruggere il potere evocativo, agghiacciante, che il “Grande Fratello” aveva su chi ha invece letto 1984 di Orwell, è a dir poco criminale.