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Chi ben comincia

Be’, sono passati giorni sufficienti per dire allegramente che quest’anno è iniziato decisamente male. Sembra quasi un controsenso dopo tutti i messaggi di augurio che ti piovono addosso già fin dal pomeriggio del 31: tanta felicità per te, che quest’anno possa portarti gioia e letizia, che tu possa arricchirti, che tu possa essere sempre sano come un pesce, che tutto fili proprio come tu vuoi che vada, nella serenetà e nell’armonia della famiglia.
A furia di leggere questa roba, finisce che ti convinci che qualcosa di fantastico si sta predisponendo apposta per te, che il destino sta tessendo segretamente la trama della tua felicità e che insomma, fino alla fine delle feste, almeno, tutto andrà a gonfie vele.
Perciò uno la prende un po’ male se il Capodanno comincia con una chiamata sul posto di lavoro alle 12 e 30, anche se ci resti solo per un quarto d’ora, specie se contemporaneamente ti perdi totalmente il concerto di Capodanno (quello italiano) che era un anno che aspettavi di vederlo, e se poi si scatena un furibondo litigio nel pranzo che segue (e che io avrei saltato), e finisce con una fuga da casa indispensabile per calmare i nervi.
Il resto del 2007 non è stato tanto meglio. Che poi ci si chiede che senso abbiano feste come la Befana se tanto il 2 uno torna al lavoro e dopo una sola ora passata a tormentarsi con la Finanziaria-fiume che ci ha regalato il signor Prodi (e non parliamo di allegati e collegati) già hai bell’e dimenticato la tombola, lo spumante, gli amici e quell’insana aspettativa di grandi feste che ti animava pochi giorni prima.
"Dopo Natale, freddo e fame" dice un detto popolare delle mie parti. Che diavolo, va bene il freddo, la fame mi fa pure comodo, ma tutto il resto me lo risparmierei con grande piacere.

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