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Saw II vs Match Point, parte 2

Non so voi, ma io ho passato un bellissimo weekend… Questa volta, tra l’altro, non ho perso Match Point!

Be’, confrontarlo con Saw II è non solo veramente umiliante per quella specie di horror, ma ritengo che anche sia del tutto inutile. Il film, e stavolta non è una commedia, parla di un tennista irlandese, Chris, che va a vivere a Londra in cerca di fortuna ed è costretto a scegliere tra una vita piena di agi, in mezzo all’alta società londinese, e una vita sincera, con la donna che ama. Chris legge Dostoievskij (non sono riuscita a leggere il titolo del libro) e ama l’opera. Tutto il film, da molti paragonato a Crimini e Misfatti (1989), mi ha fatto pensare a “Delitto e Castigo“, forse citato all’inizio del film dallo stesso autore. Come Raskolnikov, Chris vivrà un lungo dibattimento interiore, ma l’epilogo sarà diverso (e non approfondisco oltre per non fare spoiler). La vita è dominata dal caso, non servono l’abilità o la volontà se la pallina, dopo aver colpito la rete, cade nella metà sbagliata del campo: sintesi di tutto il film nella scena d’apertura.

Il film costruisce con maestria tutto il mondo interiore di Chris, la sua ipocrisia e la sua sofferenza, dipingendo una società moderna dove l’apparire diventa un’imprenscindibile necessità e le scelte sono figlie del cinismo. A ogni pranzo, ogni incontro a teatro, a ogni weekend in campagna nella magnifica tenuta degli Hewett, è palpabile il dissidio che prova, il lusso che lo contamina come una droga sottile e la voglia di essere se stesso, lontano dagli uffici claustrofobici della City. Woody Allen non lascia spazio all’ironia e riesce a rendere soffocante e dolorosa la scena in cui si festeggia la notizia di un bambino in arrivo. Riesce a rendere insopportabile un delitto senza mostrare sangue, riesce a scatenare la violenza tra le file di un musical di Lloyd Webber, in mezzo a eleganza e raffinatezza… Un parossismo che cresce fino al finale, razionalmente prevedibile, ma che riesce a sconcertare, perché nulla segue la logica della giustizia, ma solo quella del caso. Un Woody Allen immenso.

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