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Desperate housewives

 

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Le avventure delle popolari "casalinghe" di Desperate Housewives sono ormai note a tutti.
Una serie tv dove le donne, protagoniste e alleate, si muovono sullo sfondo di una vita provinciale apparentemente felice e piacevole, ma che nasconde sordidi misteri.

Il titolo, "Casalinghe disperate", già evoca non solo le difficoltà che le protagoniste devono ciclicamente affrontare, ma un senso di tensione nevrotica e di eccessi che pervade i loro stessi comportamenti. Un po’ alla Almodovar, sono donne sull’orlo continuo di una crisi di nervi che sopravvivono un po’ grazie alla complicità che le unisce, un po’ per sfrenata determinazione.
La serie deve inffatti il suo successo (a mio parere) non solo al moderno e condiviso concetto che le donne devono cavarsela da sole, che certo già in partenza trova larghi consensi, ma soprattutto grazie al tumultuoso avvicendarsi di meschinità piccole e grandi, azzeccando una felice miscela tra giallo, avventura, soap e pettegolezzo. Caustica, irriverente come una famiglia Addams di ultima generazione, senza scrupoli e molto morbosa. A Wisteria Lane le amicizie restano superficiali, le azioni esasperate e rese avvincenti a qualsiasi costo.

Le puntate infatti scorrono via veloci, senza pause, se non quelle fisiologiche di fine puntata in cui la voce narrante della vicina di casa, suicidatasi all’inizio della serie, contempla e commenta dall’alto quelle bizzarre pedine di Wisteria Lane, spesso sole e intente a commiserarsi, disperate ma mai pentite. Così accade che in una puntata e mezzo (spoiler ultima puntata andata in onda su RaiDue fino a fine paragrafo): Gabrielle riesca a trovare l’utero in affitto che desiderava, innescando una guerra in casa per il suo predominio nei confronti della cameriera (che si ammanta di finta ingenuità), che un detective scopra una relazione di Susan e che per questo la sua casa venga data tranquillamente alle fiamme dalla spietata Edie, che il figlio di Bree faccia in modo di andare a letto con l’uomo della madre e di farsi sorprendere, che lei poi lo abbandoni in mezzo a una strada e che ancora l’altra sua figlia scappi via di casa con un uomo dalla dubbia moralità, che una madre abbia quasi avvelenato il figlio ritardato, che Paul venga arrestato in seguito a una trappola a base di sangue e che infine Lynette scopra che il marito la tradisce alla grande con una misteriosa donna di Atlantic City e abbandoni la casa…

Si perde il fiato. Si resta afferrati da una tensione costante, da un sentore sinistro di pericolo che per me è addirittura eccessivo. L’idea è quella che non ci si ferma davanti a niente, che, per tutti, il fine giustica i mezzi. Non c’è spazio per la moralità e questo da un lato è gran bene (dall’altro, la leggerezza con cui certe azioni vengono fatte segue il tono da commedia della serie).
Il mio personaggio preferito è paradossalmente Gabrielle (e dico paradossalmente perchè è quella con cui potrei identificarmi meno), spregiudicata e viziata, che agisce solo per il proprio interesse personale, una donna quasi… inutile. Ma che appunto per questo non rischia di travolgerti in traumi nervosi come Bree, o nel fango della vita troppo domestica o troppo in carriera di Lynette, né nella maldestra e un po’ patetica dipendenza dagli uomini di Susan.

Il pericolo di una sceneggiatura tanto esagitata è: quando crollerà? Si legge in giro che dopo tanto successo e una pioggia di nomination ai Golden Globe e agli Emmy, la serie abbia perso gran parte del suo affezionato pubblico, tanto che addirittura Misha Barton, abbandonando The O.C., dovrebbe intervenire per salvare capra e cavoli. Intanto, non si corre certo il rischio di annoiarsi…

5 Responses to “Desperate housewives”

  1. Maxime Says:

    Devo ancora iniziare a vedere la terza serie, ma la prima e la seconda mi sono piaciute molto e condivido quanto hai scritto. La mia preferita è Susan, mi fanno morire dalle risate la sua sbadataggine e la sua sfiga. Pazzesca la fine della seconda serie, non vedo l’ora di iniziare la terza…

  2. Dario Salvelli Says:

    E’ vero,le puntate scorrono vie veloci: all’inizio pensavo in una banale serie tv americana per casalinghe invece ho notato la semplicità della narrazione come chiave vincente.

  3. Arcadi Says:

    ehm….ti arrabbi se ti dico che non l’ho mai visto?

  4. Mia Says:

    @ Arcadi: ma scherzi? Se sapessi quant’è lungo l’elenco di programmi tv che non ho mai visto io! Probabilmente non avrei mai notato nemmeno le Casalinghe, se non fosse che ero a Siena a casa di un’amica: dopo essere state in giro, la sera mi ha proposto/imposto di vedere la tv e così… ;-)

  5. Mia Says:

    @ Maxime: Susan è allucinante! ;-)

    @ Dario Salvelli: a essere pignoli, non direi la narrazione sia così semplice. C’è un intreccio piuttosto intricato e ricco di sviluppi che si riflette pari pari in un montaggio fatto apposta per lasciarti col fiato sospeso… Proprio perché i misteri non finiscono mai! Bye :-)

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