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Archive for Dicembre, 2006

Natale con i tuoi…

Giovedì, Dicembre 28th, 2006

A Natale sono tutti più buoni. A Natale si ha un pensiero gentile per tutti. A Natale si sta in famiglia, si fanno dolci, si organizzano pranzi pantagruelici, si scartano i regali, si passa la metà del tempo ad augurare agli altri che stiano facendo queste stesse cose che danno gioia e letizia, e alla fine si può persino pensare di andare al cinema a vedersi l’ultimo esclusivo ritrovato dei Vanzina.
A Natale si prova l’esaltante sensazione di essere dei supereroi perché tra la fine della vigilia e il momento in cui sei in cucina in pigiama a preparare il pranzo non c’è tempo di dormire.
A Natale ti senti felice, anche senza motivo, perché ci sono mille luci dappertutto, atmosfere fiabesche, regali che giungono addirittura molto prima della vigilia, di modo che se ve ne siete dimenticati, avete tutto il tempo di ricambiare il gentil gesto… A Natale si vive con quella frenesia da manager che non sa se farà in tempo a fare tutto quello che c’è nella lista, perciò può capitare facilmente di fare delle vere corse con il tempo, perché i negozi stanno per chiudere… finché non si spengono le luci, i preparativi finiscono, e finalmente ci si mette seduti tutti insieme (col telefono spento).

Buone feste a tutti!

I giochi di prestigio della Finanziaria

Giovedì, Dicembre 21st, 2006

Trovo solo ora il tempo di citare un pezzo del bellissimo articolo di Giancarlo Fabi di commento alla Finanziaria che tutti dovrebbero leggere, pubblicato in prima pagina sul Sole 24 Ore del 19 dicembre (grassetti e colori sono miei):

"[…] L’impressione di fondo infatti è quella di un lavoro poco di cesello e molto all’ingrosso che lascia intatta la struttura dello Stato, una dimostrazione di buona volontà almeno in partenza che tuttavia ha dovuto cedere il passo giorno dopo giorno al gioco degli interessi, alle lobby delle piccole corporazioni, alla ineliminabile gattopardesca volontà di cambiare tutto perché tutto resti come prima.
Un piccolo esempio?
Il comma 1.284 stabilisce perentoriamente che entro trenta giorni viene soppresso l’Istituto nazionale della Montagna. Una dimostrazione di coraggio, un taglio drastico a un ente sconosciuto e sicuramente inutile se non a garantire significative prebende, ricche consulenze o comode poltrone. Tutto bene quindi. Attenti! Lo stesso comma avverte che impegni, funzioni, patrimonio e dotazione organica sono trasferiti all’Ente italiana montagna (sì, c’è scritto proprio italiana) tempestivamente istituito grazie al precedente comma 1.283 sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri. Per un istituto che muore un ente che appare. Per una poltrona soppressa un’altra viene creata; anzi, una in più perché ovviamente un altro comma, il 1.287, prevede la nomina di un commissario per garantire il passaggio delle consegne. […]"

Non penso ci sia bisogno di commentare. Naturalmente non si tratta di casi isolati, è così che si fanno le manovre in Italia.

Vacanze romane

Giovedì, Dicembre 14th, 2006

Non può esistere sulla terra una città più bella di Roma, una città che io possa amare di più, con quei suoi poetici stucchi, gli intonaci rossi e gialli, le cancellate di ferro battuto, le strade che si piegano in curve, si perdono nei cortili, in deliziose piazzette, che salgono e scendono sui sette colli, coccolate da giganteschi alberi fronzuti, accompagnate dalle mura antiche, dalle statue, dalle fontane, da pezzi di storia che troneggiano ovunque con una tale maestosa bellezza da riempirti gli occhi e il cuore per sempre.

Ma queste vacanze non sono state speciali solo perché eravamo a Roma, anzi, sono state un po’ come vacanze da telefilm, quando si riunisce un gruppo di amici e si crea quella speciale patina di complicità che accompagna anche il gesto più insignificante, situazione certo aiutata certo dal fatto di avere un bella casa tutta per noi, senza che i genitori di qualcuno apparissero a spezzare l’atmosfera, né telegiornali, nulla, insomma, che fosse disgustosamente reale… Una vacanza dove puoi alzarti all’ora che ti pare, chiacchierare fino a notte inoltrata daventi a un bicchierino di ricercato e imbevibile rhum (imbevibile solo per me, ovvio), dove nessuno si droga o precipita in un burrone o si perde o scopre tremende e inconfessabili verità (e qui ci discostiamo dal telefilm classico): gli unici eventi drammatici sono stati la ricerca di qualche parcheggio, ossia di tutti quelli che non erano sotto casa di Federico, e il trincaggio di ben due dita di crema al whisky sabato sera da parte della sottoscritta, con conseguenti inevitabili dichiarazioni cariche di tensione euforica.
Roma.jpegMa che dire del dramma della pioggia torrenziale che ci ha sorpresi mentre ci recavamo, venerdì sera, alla ormai famigerata e riuscitissima cena blogger! Giovy e Federico sono andati avanti mentre io e Tiziana ci adoperavamo per comprare due ombrelli: tra la percezione delle prime gocce d’acqua e l’acquisto, con tanto di scelta del colore e contrattazione del prezzo, saranno passati 15 secondi in tutto. Che volete farci: le donne sanno spendere in fretta.

Poi si è consumata la cena blogger, nei pressi di Castel Sant’Angelo (per cui noi ci siamo goduti uno scenario proprio come quello della foto, che ho preso in prestito a SimonLuqa80 su Flickr): cibo a parte, ci siamo divertiti un sacco, specie con battute del tipo: "E così sei tu PalladiFuoco! Ma pensa…", e avevamo tutti il nostro badge identificativo, così dagli altri tavoli avranno pensato che eravamo importanti giornalisti o chissà cosa… La parte più stupefacente è stata quando Giovy ha cominciato a ricoprirci di regali: io ho avuto carciofini sott’olio della Compagnia del Cavatappi e un libro di Luca Conti: "I love shopping su Internet" (che è davvero bello e utile: Luca, complimenti!), ma niente maglietta di Fon: Giovy temeva che l’avrei messa e che le mie femminili forme sarebbero svanite sotto l’enormità di una "medium" a discapito della sua visuale. C’era anche un fotografo ufficiale, Samuele, perciò potete vedere online le sue foto.

Il soggiorno si è purtroppo concluso domenica pomeriggio, quando siamo tornati a casa sotto una pioggia torrenziale con l’immancabile malinconia in bocca. Il viaggio di ritorno è un momento in cui hai ben chiaro se è se hai passato o no dei giorni di fatale armonia col resto del gruppo: se è così, eviti di parlare e resti a contemplare in silenzio il passato ancora così vivo, mentre la macchina ti riporta indietro. Ed è proprio quello che ho fatto io.

L’antisemitismo a Teheran

Mercoledì, Dicembre 13th, 2006

Dopo un forzato blackout da adsl che mi ha tagliato fuori dal mondo e mi ha costretto a considerare ancora una volta quanto siamo ormai tutti dipendenti dalla rete, ho potuto finalmente rimettere piede nel mio blog.
Quello che volevo condividere con voi è il mio stupore, forse ridicolo, ma assolutamente occidentale, per aver scoperto che le note dichiarazioni del presidente dell’Iran a proposito dell’Olocausto, di come questo sia stato ridotto a semplice invenzione degli ebrei per giustificare l’esistenza dello stato di Israele, siano in realtà condivise da milioni di persone. E che oggi sia montata quest’incredibile, offensiva farsa della conferenza scientifica per determinare la verità storica sull’Olocausto (conferendo pari dignità a entrambe le tesi, quella che lo nega e quella storicamente provata e documentata che corrisponde a quanto accaduto), mi lascia annichilita. Certo, l’occidente condanna l’iniziativa di Ahmadinejad, ma scoprire che persino una verità incontrovertibile come lo sterminio degli abrei ad opera del regime nazista possa essere occultata a interi popoli, be’, non mi lascia tranquilla. È offensivo, oltre che un chiaro e dichiarato atto di antisemitismo.

Come può propagarsi una teoria tanto raccapricciante? In una lettera al presidente Ahmadinejad che ho letto ancora ieri (su Internazionale), un ex detenuto musulmano, che ha passato nelle prigioni israeliane molti anni della sua vita, racconta di come egli stesso credesse in buona fede che l’Olocausto fosse stato inventato, che fosse un’esagerazione degli ebrei e di come abbia poi potuto scoprire la verità solo in prigione, quando ha potuto avere accesso a svariati libri che documentavano lo sterminio dei nazisti. Libri che normalmente non sono reperibili in paesi dove la libertà d’informazione non esiste e qualcuno dall’alto decide cosa deve credere un popolo. Questo sostiene l’ex detenuto nella sua lettera, dove chiede al presidente iraniano di fermare l’oscenità della conferenza a Teheran e di cominciare a vergognarsi.
(La lettera è stata pubblicata in Italia su Internazionale, mentre all’estero su Le Monde e un altro quotidiano che ora mi sfugge… chiedo venia, ma posso riparare più tardi.)

Be’, queste sono le cose che mi spaventano di più: che si possa dire alla luce del sole che il fuoco non brucia e che ci siano un mucchio di persone che ci credono.

Il segreto del sugo di scampi

Giovedì, Dicembre 7th, 2006

scampi2.jpgQuesta volta anch’io, come Giovy, ho preparato un post che potrà magicamente apparire durante la mia assenza, così da non essere più invidiosa della sua insopportabile organizzazione da VIB (Very Importan Blogger)! A quest’ora sarò ormai in viaggio verso Roma, dove mi attende una meravigliosa vacanza questa volta non solitario/romantica, ma avvincente/divertente, perché il mio carissimo amico ci ospiterà gentilmente nel suo attico insieme alla sua simpatica compagna, cuoca dalle doti eccellenti.
Be’, visto che domani è festa, che noialtri blogger nella capitale faremo una cena tutti insieme a base di cucina tradizionale romana e che insomma, sto parlando di cibo (e sì che devo ancora riuscire a perdere un chilo), vi voglio proporre un piatto davvero molto semplice che non potrà lasciarvi indifferenti e che se amate un pochino il pesce dovete sperimentate: gli spaghetti con gli scampi di Bobo. La ricetta, parzialmente sperimentata pochi giorni fa, è strabiliante, ed è opera di Bobo, cuoco piuttosto noto dalle nostre parti, di origine romagnola ma molisano trapiantato, che ha un ristorante a 7 km da Termoli, nell’entroterra (Ribo, senza accento sulla "o").

Ebbene, non so se fate parte della schiera di ingenui che come me facevano il sugo di scampi semplicemente buttandoli in padella (che se il pesce è freschissimo dà comunque grandi risultati) con la loro corazza, ma se è così sappiate che tagliandoli dalla parte del ventre esattamente a metà, proprio come ho scoperto grazie alla ricetta di Bobo, otterrete un sugo cento volte più aromatico perché tutto il sapore della testa (che è bianca e assolutamente commestibile) si sprigiona nell’intingolo di olio, aglio e peperoncino… E’ davvero fantastico, parola d’onore!
Perciò ora non mi resta che augurarvi bon appetit ;-)  

Marie-Antoinette

Lunedì, Dicembre 4th, 2006

Marie_Antoinette.jpegSofia Coppola ha centrato un altro bersaglio. Intendiamoci, questo non è un film storico, per cui chi si aspetta di leggervi la storia di Francia resterà mortalmente spiazziato. Minimi riferimenti storici, essenziali per dare un contesto alla storia, talmente ridotti all’osso da essere quasi privi di senso. In realtà quella che si racconta è la vita di Maria Antonietta, quindicesima figlia di Maria Teresa d’Austria, che all’età di quattordici anni viene promessa in sposa al Delfino di Francia e mandata a Versailles, strappata dalla famiglia e da qualsiasi oggetto austriaco. Kirsten Dunst è la regina di Francia più sola che sia mai stata rappresentata su uno schermo cinematografico. Il film è in perfetto equilibrio tra il passato e il presente: incursioni di musica rock trascinano la vita della sovrana in una condizione dolorosa che è tutta moderna, in quell’anelante bramosia di vita che chiunque oggi può capire e ha vissuto sulla sua pelle. Versailles è un’enorme bolla che fagocita la sua vita, la noia e la voglia di trovare un senso alle cose, il bisogno di evadere, la ricerca di emozioni grondano da ogni scena, da ogni dettaglio: dall’acconciatura scultorea ai dolci sbocconcellati e sparsi dappertutto, dalle preziose moltitudini di scarpette alle folli notti di gioco, fino a un brindisi alle luci dell’alba che stringe il cuore.
La location è la vera, autentica reggia francese. I costumi un autentico sogno. Il film, un singolare volteggiare su un’esistenza che pare non avere senso e che si consuma nell’isolamento più completo. Non c’è nulla della Francia, nulla delle decisioni del governo, neanche un particolare della rivoluzione, se non echi lontani, voci che in nulla scalfiscono l’ordinario scorrere della vita di corte. E in questo modo sarete sorpresi almeno quanto questi sovrani, quando la folla inferocita arriva dietro la porta.

Sottoscrivo in pieno l’8 di Pier Maria Bocchi. Audace e originale, complimenti alla Coppola.

Il potere evocativo della musica

Sabato, Dicembre 2nd, 2006

pj.jpegNon so quanto di masochista ci sia in ognuno di noi, sta di fatto che ognuno di noi ha una canzone o un intero album, o quella particolare compilation legata a un periodo precisissimo della propria vita ed è scientificamente provato che è proprio questa canzone, questo cd messo a riposo per lungo tempo, che si avrà voglia di ascoltare, quasi per caso, nei momenti meno opportuni. Così ecco che ripiombi nel passato e quasi te ne sorprendi perché improvvisamente ricordi esattamente come ti sentivi e hai quasi l’assurda sensazione di essere in un altro posto, circondato da persone diverse, in un allucinante sovrapponimento tra passato e realtà.
Così eccomi, quel venerdì mattina, quando la mia storia era definitivamente finita e, nel sole di una mattina romana, ascoltavo il nuovo cd di Pj Harvey a tutto volume (era Stories from the city, stories from the sea). E quella sensazione precisa, un nuovo inizio, la libertà, lo gioia di ricominciare, col cuore a brandelli, che ti gela il sangue. Una cosa vecchia di quattro anni che PJ da sola riesce ad evocare troppo bene… La mossa più furba sarebbe spegnere lo stereo, ma chi ci è mai riuscito?

RED: economia etica a favore dell’Africa

Venerdì, Dicembre 1st, 2006

redproduct.gifA gennaio di quest’anno è nato RED, un progetto di Bono, arcinoto leader degli U2, impegnato dal 1999 nella campagna per l’abolizione del debito pubblico dei paesi africani. L’idea di Bono ha modificato il concetto di beneficienza: non si spediscono soldi, ma otterrete lo stesso effetto comprando prodotti griffati: marchi globali che si sono infatti impegnati a versare una cospicua parte dei loro introiti al Global Fund per la lotta all’AIDS in Africa.

E proprio oggi, in occasione della giornata mondiale di lotta contro l’AIDS, potete dare il vostro contributo per esempio comprando un i-Pod (red), un Motorola (red), o uno dei prodotti della linea Emporio Armani (Product) red, l’unico partner italiano dell’iniziativa di Bono, che si impegna a versare il 40% del margine operativo lordo della linea. I vestiti e gli accessori di Emporio Armani sono stati realizzati con la collaborazione di un artista ghanese, Owusu-Ankomah, con disegni ispirati all’arte africana preistorica e precoloniale. E oggi, nei negozi Emporio Armani, troverete personaggi del mondo dello spettacolo, del cinema e della musica che promuovono la linea. Festa e shopping allo stesso tempo.

RED è un modo per fare acquisti appagando i propri desideri, ma con la consapevolezza di dare un contributo consistente non solo alla raccolta di fondi, ma anche allo sviluppo di una più evoluta concezione di azienda, che sia sempre più vicina ad un comportamento eticamente responsabile ed ecologicamente sostenibile.

E non dimenticate: pagate i vostri acquisti con la American Express (RED). Un ulteriore 1% della vostra spesa andrà al Fondo.