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The man who sold the world

Se ti fermi a mangiare (e a bere) in un posto che si chiama Il battello ebbro, non c’è niente di più opportuno, tornando a casa, di notte, col mare nero che giace immobile al tuo fianco, di respirare a pieni polmoni la chitarra morbosa di The Man who sold the world (quella dei Nirvana). Lasciarla espandersi nel piccolo spazio della macchina chiusa, sentire il cuore che si accorda col suo ritmo, liberarsi di qualsiasi pensiero mentre lei scivola via con te, battuta dopo battuta, e tu vorresti che fosse eterna perché è in perfetta sintonia con quel sinistro ammasso di pulsioni che soffocano dentro di te.

E anche ora, che il sole splende, la voce di Kurt Kobain risuona ancora più forte. Oh no, not me, we never lost control… Rimbaud e i Nirvana, niente di più inadatto può popolare la mente durante solitarie ore di lavoro.

You’re face to face With The Man Who Sold The World…

2 Responses to “The man who sold the world”

  1. Arcadi Says:

    vero, non è che ascolti tanto i Nirvana, preferisco altri gruppi meno commerciali, ma alcune volte, proprio la canzone da te citata mi fa tornare indietro nel tempo sulle note della chitarra…

  2. Mia Says:

    @ Arcadi: guarda, se è per questo io in epoca passata ho persino avuto il coraggio di vendere l’unico loro album che avevo comprato: Nevermind. (Non lo sentirei praticamente mai, ma me ne pento!)

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