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Il thé contro il caffè

Anglossassoni contro meridionali, due filosofie di vita completamente diverse e apparentemente inconciliabili. Un ristretto, intenso caffè, rigorosamente espresso, bevuto quasi bollente al bar (e solo se Illy) o una tazza di acqua colorata dalla dubbia composizione? Cosa prendere durante un piacevole incontro pomeridiano, il thé o il caffè? Questo è il problema.

La tazzina di caffè al bar, macchiato o no, è un’istituzione italiana, un motto, il motore della Nazione. Immaginate cosa accadrebbe se sparisse il caffè da un giorno all’altro… Il caffè dà un piacere indiscutibile, è un po’ una scossa allo stomaco, te lo afferra, te lo avvolge, e lascia un piacevole profumo in bocca. Ma quanto dura questo piacere? A parte la difficoltà per alcuni soggetti di zuccherarlo (c’è gente per cui amaro è ancora imbevibile, ma già con mezzo cucchiaino di zucchero l’hai ammazzato definitivamente), il caffè può avere senso a fine pasto, quando sei disposto a ingurgitare ben poco, perché troppo satollo dal resto delle portate, oppure al mattino, quando devi correre da una parte all’altra e non è certo il caso d’indugiare davanti a un’abbondante liquido bollente. Ma, come ho detto alla mia cara amica Raffaella, il caffè è come un uomo che arriva, ti sbatte e se ne va dopo cinque minuti. Cosa diavolo puoi trarre da un rito del genere? Le chiacchiere sono decisamente sovrabbondanti, non puoi fare altro che contemplare il fondo vuoto della tazzina, il cucchiaino abbandonato in un angolo e spargere la restante parte della bustina di zucchero sul piattino, magari impastarlo con la goccia di caffè nero che è rimasto… finché qualcuno comincia a guardarti storto e ti fa capire che è meglio se la pianti.

Il thè, invece, benedetta invenzione. Non è amaro, e non dovendolo zuccherare, l’estenuante fase di assaggio granello dopo granello di zucchero si può eliminare del tutto. Si può fare a casa con enorme soddisfazione, basta comprare le bustine twinings e chi non pretende di bere incredibili e costosi intrugli che provengono direttamente da India o Inghilterra è bell’e soddisfatto. Puoi sbizzarrirti a cambiare gusto: frutti rossi, frutti di bosco, bergamotto eccetera (il thé verde lasciatelo perdere, per carità) e la preparazione è così semplice che è impossibile sbagliare il rapporto acqua/polvere. Ma ciò che più conta è che il thé ti coccola, è un autentico consolatore. Ti stringi alla tua tazza calda, respiri il profumo fruttato (nel mio caso sì, perché bevo il red fruits della twinings) e bevi un sorso alla volta, corroborante, mentre stabilisci un’autentica complicità con ciò che c’è nella tazza e pare proprio di essere abbracciati. Perché il piacere del thé non dura un istante. Il thé non si può bere in piedi, è un momento di autentica riflessione, una vera pausa, un rito che ferma il mondo, alle 17 in punto o giù di lì…

Ed è stata l’unica cosa, oggi, capace di farmi stare bene fino al punto di venire qui a scrivere finalmente un nuovo post! :-)

7 Responses to “Il thé contro il caffè”

  1. Zizio Says:

    Pur essendo sempre stato affascinato dal rito del thè delle 5 P.M. io rimango sempre legato al mio amato caffè espresso, rigorosamente senza zucchero e solo talvolta corretto. ;)

  2. Giovy Says:

    Io sono legato al rito del caffè mattutino con i colleghi di lavoro, ma non è una “dipendenza” morbosa; se qualche volta dovesse “scappare”, non mi dispero e riesco a tirare comunque avanti.
    Il the è un piacere che mi concedo raramente, purtroppo… per la mancanza cronica di tempo libero, anche se devo ammettere che mi rilasserebbe molto…
    Non hai parlato del piacere che può venire invece da una bella tazza di cioccolata bollente fatta ad arte…
    Ahhh….. che goduria…. :P

  3. Maxime Says:

    Io bevo quintali di the freddo al limone, a tutte le ore di tutte le stagioni dell’anno. Il the caldo lo bevo quelle poche volte che ho il cagotto e non posso mangiare/bere altro.. :D

    Il caffè lo bevo la mattina (lo trovo già pronto sul comodino appena mi sveglio) e dopo pranzo.

  4. Mia Says:

    @ Zizio: Be’, guarda che alle cinque lo prendono solo Inghilterra! Noi qui si beve il thé quando ci salta il grillo, al mattino, alle otto di sera… :-)

    @ Giovy: ma che c’entra la cioccolata?!? Sei veramente inguaribile! :-P

    @ Maxime: pensa, io non ho mai neanche assaggiato il thé al limone e meno che mai lo berrei freddo…

  5. Barbara Says:

    Io non ho mai sopportato l’espresso e non sono una fan del the ( tranne quando proprio non sto bene , in inverno preferisco le tisane) ma bevo in quantità Nescafè solubile in maxi mug praticamente un cucchiaino di caffè in una valanga d’acqua …ecco per me il caffè è solo così ( e mi piace tantissimo, l’ho scoperto quando sono stata ospite in Inghilterra in una famiglia inglese taaaaaanti tanti anni fa e da allora non ne posso fare a meno oltretutto adoro i mug )

  6. emptyspiral Says:

    Anche io sono per la brodaglia nera… Mi piace il caffè all’americana.
    Fatto con le miscele giuste, però… L’anno scorso quando andavamo negli Starbucks diventavo matta a scegliere sempre un caffè diverso!
    D’inverno mi piace anche il buon the, ultimamente propendo per miscele tipo la Voyage della Twinings, con un po’ di zenzero che solleva la vita.

  7. Mia Says:

    @ Barbara & Empty: brodaglia nera? Non mi verrebbe mai in mente di assaggiarla, almeno non finché non vado in America… ma la mia stima per la cucina americana è molto, molto labile :-)

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